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"Nessun nome nei titoli di coda" di Simone Amendola, dopo la Festa del Cinema di Roma al Palladium il 25 ottobre

Per Blue Desk una grande novità in questa edizione della FESTA DEL CINEMA DI ROMA (17-27 ottobre 2019).​

Oltre ad aver attivato, come gli anni precedenti, la CONVENZIONE per i nostri soci  (basta presentare la tesserina Blue Desk per avere il 20% di sconto sui biglietti), questa edizione abbiamo l'onore di avere un nostro film nella selezione del festival.

Un motivo in più, per chi ci segue, di frequentare il festival e scoprire la qualità dei film proposti: da Martin Scorsese a Werner Herzog, solo per citare i nomi più altisonanti.

NESSUN NOME NEI TITOLI DI CODA
un film di Simone Amendola (83' - 2019)

SINOSSI: Negli ambienti del cinema se dici ‘comparse’, dici Spoletini. Cinque fratelli trasteverini che a partire dal dopoguerra hanno cercato le facce giuste per il cinema italiano e internazionale passato da Roma.
Dei cinque, Antonio, a ottant’anni suonati, è ancora lì, sul suo campo di battaglia, Cinecittà. All’approssimarsi dell’idea di una fine, come ogni uomo, vorrebbe lasciare un nome nei titoli di coda.”
Mercoledì 23 OTTOBRE | Ore 19.30 | MAXXI (sold-out)
Venerdì 25 OTTOBRE | Ore 20.30 | PALLADIUM
Saranno presenti il regista, il cast e la troupe

Per la proiezione al MAXXI sono rimasti solo i posti per gli accrediti del festival, mentre ci sono ancora i biglietti (5€) per la proiezione del PALLADIUM

" Nessun nome nei titoli di coda è un film che in qualche modo è un tributo alla città e al suo rapporto unico col cinema. Per il protagonista, per uno spirito tenero e indolente che lo pervade, e per la storia nella storia che il film racconta.
È un documentario narrativo che prova a raccontare con l’uomo un cinema meno conosciuto e con un cinema meno conosciuto un uomo; grazie alle sfumature di Antonio, il protagonista, sarebbe bello se fosse una storia che entra dalla porta di servizio ed esce dal camerino degli artisti."

Simone Amendola


#Mydeskisblue: il 2-3 dicembre continua la seconda edizione della rassegna FEMALE TOUCH


A Roma la Festa del Cinema non finisce con la fine del festival... Dal 4 Novembre prosegue per un mese a BLUE DESK con la seconda edizione della rassegna FEMALE TOUCH.


Ingresso under 30 (senza guardare la carta d'identità) a 3€, e 5€ per tutti gli altri

#mydeskisblue, la nostra campagna per salvare Blue Desk, è sempre più viva. Noi offriamo cultura con la C maiuscola, voi siate presenti e continuate a sostenerci.

Vi aspettiamo!

Aspettando il red carpet: una mostra fotografica collettiva a Roma dal 13 ottobre.

-FAI CLIC SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRE-


A pochi giorni dall'inizio del 10° Festival del Cinema di Roma
una mostra collettiva di 14 fotografi presenta 28 imperdibili immagini 

dei e delle maggiori protagonisti/e del cinema mondiale

Anche oggi 10 novembre "Ho fatto una barca di soldi", il film documentario di D. Acocella, al Festival del Cinema di Roma.




Leggi anche la recensione di S. Maggiorelli su LEFT, qui.

Link al sito per acquisto dei biglietti del Festival: QUI



Un viaggio lungo un giorno, ventiquattro ore con l’artista Fausto Delle Chiaie, ironico dissacratore, pioniere della Street Art e fondatore del Manifesto Infrazionista. Un uomo dallo sguardo acceso, barba folta e che, alla soglia dei suoi settanta anni, ha un unica missione davanti a sé: far conoscere l’arte contemporanea a tutti quelli che mai metteranno piede in un museo.
Dopo un lungo peregrinare all’estero, Fausto, si stabilisce a Roma, un carrello della spesa è il suo Atelier e Piazza Augusto Imperatore il suo spazio espositivo. Qui, da oltre quarant’anni affina la sua arte più raffinata: massaggiare il muscolo atrofizzato della sensibilità collettiva.
Un viaggio che mescola l’uomo all’artista e l’artista all’uomo.



“Ho fatto una barca di soldi” è il titolo di un opera di Fausto Delle Chiaie, una barchetta costruita con la stagnola piuttosto che con della plastilina, e riempita al suo interno con monete da pochi centesimi. Le prime volte che mi fermai a parlare con Fausto, avevo la sensazione che il tempo si fermasse e il mondo esterno scomparisse all’istante; mentre lui con lo sguardo si preoccupava di capire se avessi dato il giusto peso al titolo e alla sua opera, controllava che non gli rubassero la scatola delle offerte. Esporre per strada significa esporsi anche a certi rischi mi diceva sorridendo; e quello che mi ha colpito di più da subito, mentre la gente ci passava accanto divorata da difficoltà, crisi economiche e sociali, è stata la sua serenità, il suo sentirsi appagato solo grazie all’esprimere quotidianamente le sue esigenze creative.
Fausto non lo aspetta nessuno, lui non aspetta nessuno, non ha regole e non ha leggi da rispettare. Eppure ha sempre scelto lui di stare all’esterno, e quello che io continuavo a non capire era il senso di tutto questo viaggio quotidiano. Si perché Fausto abita ad un’ora e mezza di treno dalla capitale, ed ogni mattina ed ogni sera affronta le distanze senza paura. La risposta è semplice: ricerca.
Quando gli ho chiesto perché aveva deliberatamente scelto di stare lontano dagli spazi espositivi convenzionali, mi ha risposto che le sue opere non c’entrano nei musei, ma non per questioni di spazio, ma per una questione di senso. Folgorato dal suo sguardo sul mondo, ho deciso così di intraprendere un viaggio che scavasse nella radice più profonda dell’essere artisti, nel genoma della creatività più pura e spontanea, dove ovviamente, il rapporto con il pubblico, è indispensabile.
Mosso dalla volontà di abbattere l’archetipo dell’artista pazzo e solitario, avevo la necessità di capire più a fondo quale fosse il segreto della sua felicità, e se questa nascondesse codici universalmente validi per chiunque altro.