IL SUONO DEL MARE
Il mare come immagine femminile nella musica
Difficile dire quando questo sia avvenuto,
ma a un certo punto il mare, questo moto perpetuo senza fine, questa profondità
insondabile, è diventata un’immagine femminile.
Da Omero a Shakespeare fino a Conrad,
il mare è il pericolo assoluto, il possibile naufragio, la perdita dell’identità
sociale.
Però già in Ibsen, ne La donna del
Mare, quell’immagine si lega al desiderio per un uomo misterioso che da quella
parte verrà presto, ma porterà con sé il pericolo, proprio del desiderio, che
può scardinare la vita coniugale della protagonista.
Per i musicisti è naturale vedere
nell’immagine del mare la libertà creativa, l’infinito delle possibilità, Il
movimento perenne della fantasia.
Debussy (quest’anno sono cent’anni
dalla sua scomparsa) e Ravel, avevano fortemente radicata in loro quest’immagine,
anche se il mare lo frequentavano personalmente di rado, ma questo non aveva
alcuna importanza.
Per loro il racconto del mare non è
mai descrittivo, non è l’elemento dell’acqua in sé che li attrae, ma l’immagine
femminile che vi intravedono come propria identità inconscia dell’essere artisti,
per via di quel movimento continuo e quell’orizzonte lineare e infinito.
E così, ogni volta che ci parlano del
mare ci raccontano una storia di desiderio per una donna, per un’immagine
femminile fondamentale per loro, l’unica valida ragione per seguire un’Ondine nel più profondo degli abissi.
Lorenzo Porta del Lungo
L'evento su Facebook è QUI
Nessun commento:
Posta un commento