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Fino all'11 marzo, a Roma, Ipazia di Patrizia Sanzari
Ipazia – Una meravigliosa Diversità
Liberamente tratta dal romanzo di A. Petta e A. Colavito “Ipazia vita e sogni di una scienziata del IV secolo”(La Lepre 2009)
In questi ultimi anni ci sono state molte performance teatrali su Ipazia d’Alessandria ma nessuna che abbia portato in scena anche tutto il contesto storico del IV sec. D.C. e i suoi protagonisti o, per meglio dire, le colonne del pensiero e i giganti della chiesa e della storia politica. Parliamo di Ambrogio da Milano, Agostino da Ippona, Teofilo e Cirillo d’Alessandria, Teodosio I etc..
Ipazia era donna, filosofa, scienziata e pagana. Tutti segni di diversità che ne determinarono il tragico destino. Erede di una cultura millenaria, orientata alla diffusione del sapere senza distinzione di sesso e di ceto e di razza, Ipazia è, soprattutto oggi, la rappresentante ideale di quella cultura alla tolleranza e al dialogo capace di coltivare e radicare il rispetto verso ogni forma di disuguaglianza e di diversità.
E di dialogo millenario si tratta visto che il contesto storico del IV sec d.C, che narreremo, ha molte affinità con gli attuali scenari di guerra in Medio Oriente e in Europa dove la strumentalizzazione delle diversità di fede, cultura ed etnie sta producendo massacri indicibili e la distruzione del patrimonio archeologico nelle aree di conflitto.
Per convenzione l’avventura terrena di Ipazia si concluse tragicamente il giorno 8 marzo (415 d.C.). Questa è la ragione per cui la nostra avventura drammaturgica inizia nella Giornata internazionale della donna istituita per ricordare i diritti di genere e le discriminazioni, le violenze e abusi fisici e /o sessuali di cui ancora oggi, nel mondo, 1 donna su 3, è vittima.
“…Sappiate però che quando una stella muore produce un lampo, breve come un respiro, più luminoso di tutte le stelle dell’universo. E il bagliore di quel lampo è giunto fino a noi per condurci in una nuova dimora.”
Patrizia Sanzari
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