Scrivono di noi:
Pesantezza
o leggerezza dell’essere? È l’interrogativo che ci accompagna in una
realtà sociale sempre sfilacciata nei diritti, a cominciare da quello
del lavoro da cui dipende l’esistenza concreta. Ma la pesantezza può
trasformarsi in leggerezza, quando trovi una via d’uscita. Quando sfidi
con coraggio l’effettività che sembra ingoiarti e polverizzare il tuo
essere risucchiato nel tunnel di una lettera di licenziamento “per
riordini aziendali”, “per esigenze aziendali”. Una lettera per cui tu
non hai nessuna colpa, ma che ti fa sentire quanto sei piccolo
ingranaggio del sistema mercatista, dove la precarizzazione del lavoro è
precarizzazione della vita. È questo il contesto sociopolitico su cui
fa riflettere questa commedia dove la leggerezza del sorriso sulla vita
non manca, intrecciata alla pesantezza della rabbia per l’ingiustizia
subita. Non sono eroi i personaggi della commedia: le tre infermiere
che si vedono improvvisamente licenziate senza avere nessuna colpa e che
scoprono la volontà del riscatto. Una forza nuova grazie ad un loro
paziente molto speciale, che le aiuta a trasformare la loro vicenda
personale in denuncia pubblica. L’ex ferroviere sindacalista (Oscar),
amante di Puccini che ha un’idea geniale sulle orme della Tosca:
occupare la terrazza di Castel Sant’Angelo per mettere in scena la loro
notte di lotta che si snoda tra le note maestose della lirica e le
rivendicazioni sindacali per ottenere giustizia... Una resurrezione per
Tosca ... e forse anche – ma non vi anticipiamo il finale - per le
protagoniste!
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